Osteria dell’Elefante a Torre in Pietra

Ristoranti
Osteria dell’Elefante a Torre in Pietra

Per sapere cosa c’entrino gli elefanti con il piccolo borgo medievale del Castello di Torre in Pietra, dobbiamo fare qualche passo indietro e ripercorrere la storia di questo luogo.
Nato in epoca romana come insediamento agricolo, è nel Medioevo che diviene centro agricolo fortificato, con la famiglia Aldobrandeschi. Papa Sisto V lo acquista poi nel 500 per farne residenza di campagna per la sorella Camilla. Nel 700 è la volta della famiglia Falconieri, che lo restaura ed abbellisce.

Nel 1926 struttura e terreni vengono infine acquistati da Luigi Albertini, storico direttore del Corriere della Sera dal 1900 al 1921 e nonno degli attuali proprietari. Inizia una grande opera di bonifica in tutta la tenuta, vengono ampliati i vigneti, introdotta la razza bovina frisona ed avviata la produzione lattiero-casearia dando origine al famoso marchio Torre in Pietra.

Oggi l’azienda di Filippo Antonelli (che produce vino anche a Montefalco, in Umbria) e del cugino Lorenzo Majnoni (la cui famiglia Majnoni Guicciardini produce Chianti in Val d’Elsa) può contare su 150 ettari, dei quali 52 coltivati a vigneto. Tra le varietà a bacca bianca ci sono il Vermentino, lo Chardonnay, il Fiano e la Malvasia Puntinata; tra quelle a bacca rossa il Montepulciano, il Sangiovese, il Merlot, il Syrah e il Cesanese. Tutti sapientemente seguiti dal giovane enologo Antonino De Gennaro Aquino che già vanta diverse esperienze in Francia e in Toscana.

Si ma gli elefanti? Loro riposano da 400.000 anni nella collina sotto al Castello, sorta dalle ceneri del vulcano di Bracciano. Stiamo ovviamente parlando di elefanti preistorici. Alcuni resti vennero fuori quando fu scavata la galleria per unire l’attuale osteria con la cantina.

Ma ora torniamo all’osteria, che, come dichiarano i proprietari, è nata con l’intento di unire la degustazione dei vini qui prodotti (ma anche di quelli umbri e toscani degli stessi proprietari-produttori) insieme alle materie prime della campagna romana ed abilmente trasformate in gustosi piatti della tradizione dallo chef Marco Di Luca (arrivato qui dopo diverse esperienze tra le quali Antico Arco e Hotel Parco dei Principi a Roma), con un bel tocco di personalità.

Molto suggestiva la location, si tratta di una grotta ricavata nella collina sotto al Castello.
Pochi i tavoli nell’ampia sala principale che assicurano la possibilità di godere il pasto senza eccessivi rumori, in uno stile semplice ma ben curato. Piatti bianchi e calici per il vino sono disposti su runner écru. Le sedie, di legno, sono le tipiche da osteria ma verniciate in bianco.
Bella anche la sala più stretta con un unico lungo tavolo che ben si presta a riunire gruppi anche di venti e più persone.

All’entrata, e lungo le pareti della grotta (a mattoncini di tufo), sono ordinatamente esposte le bottiglie dei vini prodotti in loco (insieme a quelle toscane ed umbre) così come gli altri prodotti provenienti dall’azienda (ceci, miele, pasta di farro, olio extravergine d’oliva).

Tra gli antipasti, troviamo: anatra in olio cottura con salsa di agrumi, porchetta fatta in casa con mostarde, salumi della tradizione locale e formaggi, flan di ricotta e melanzane con pomodorini arrostiti e carpaccio di manzo. Tra i primi: casarecce di farro alla gricia di zucchine mantecate al pecorino, cannoli ripieni di baccalà gratinati con crema di ceci, mezze maniche alla amatriciana con guanciale croccante, tonnarelli alla carbonara di porcini e fettuccine ai pomodorini, pesto di basilico e burrata.

Fra i secondi piatti invece ci sono: tagliata di manzo con pesto di rucola, pomodorini confit e scaglie di parmigiano, galletto cotto a bassa temperaura ripieno di patate al rosmarino e crema di peperoni, filetto di maiale in crosta di patate con crema di cedro e arance candite e straccetti di manzo con friggitelli e riduzione di balsamico.

Infine, tra i dolci: sbriciolata con crema pasticcera e susine caramellate, tiramisù, semifreddo al pistacchio e cioccolato bianco e mousse di cioccolato al rum. Per un pasto di 3 portate vanno considerati 30-32 euro con pane e dolci fatti in casa

Ottimo anche il rapporto qualità prezzo dei vini, tutti biologici, che possono essere presi anche al bicchiere. Senza contare che si possono acquistare oltre alle bottiglie anche altri prodotti dell’azienda come miele, ceci, farro, pasta di farro, olio extra vergine di oliva

Durante le belle giornate, si può mangiare ai tavoli all’aperto, nella corte del borgo.
È inoltre possibile visitare le cantine e approfittare della degustazione guidata dei vini e l’assaggio dei prodotti dell’azienda così come si possono visitare le sale affrescate e gli appartamenti nobili del castello. La prenotazione è obbligatoria. Info e dettagli sul sito o telefonando al numero 06 61697070

Aperto a pranzo da Lunedì a Domenica e a cena Venerdì, Sabato e Domenica. Chiuso Mercoledì.
Via di Torre in Pietra 247, loc.Torre in Pietra, Fiumicino tel 06.61697070

Foto di Massimiliano Rella

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