Il turismo culturale? Questione di emozioni

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Nuovo Turismo Culturale

Dopo la recente iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO del sito seriale “La tradizione funeraria nella preistoria della Sardegna – Le Domus de Janas”, aumentano le iniziative legate al turismo culturale. Ad iniziare dal libro “Nuovo Turismo Culturale. Il marketing delle emozioni” di Elena Croci, edito da FrancoAngeli

Il CeSim (Centro Studi Identità e Memoria della Sardegna) presenta la versione aggiornata del libro Nuovo Turismo Culturale. Il marketing delle emozioni di Elena Croci, edito da FrancoAngeli, come importante tappa del percorso di approfondimento avviato dopo la recente iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO del sito seriale “La tradizione funeraria nella preistoria della Sardegna – Le Domus de Janas”.

Un libro “diverso”, in qualche modo, un manuale per addetti ai lavori e non, per futuri manager del turismo ma anche per chi vede in questo settore una concreta piattaforma di rilancio del Paese. Un volume nel quale l’autrice – Elena Croci – analizza l’evoluzione del viaggiatore contemporaneo. I tempi cambiano, ed oggi chi si muove per il mondo è sempre più consapevole, empatico e attento alla sostenibilità. In altre parole, si è passati dal cosiddetto turismo “orizzontale”, del solo vedere, a un turismo “verticale”, basato su conoscenza, emozione e partecipazione attiva: non a caso il testo intreccia marketing culturale, neuroscienze, storytelling e cultura pop, mettendo in evidenza come le emozioni – vero motore delle scelte turistiche – possano diventare veri strumenti di valorizzazione del territorio.

La prospettiva suggerita dalla Croci è assai rilevante per la Sardegna, impegnata nella costruzione di un modello di fruizione culturale che sappia valorizzare in modo autentico, sostenibile e identitario, le famose Domus de Janas (composto da 18 monumenti disseminati in tutta l’isola): parliamo di luoghi millenari, simboli importanti della preistoria mediterranea. Installazioni che incarnano perfettamente il concetto di turismo “verticale”, dato che rappresentano non solo mete da visitare, ma spazi in cui comprendere, sentire e connettersi con la propria storia e con la comunità.

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