Luca Spaghetti, un romano per amico

Interviste
Luca Spaghetti, un romano per amico

Questa è una storia bella e incredibile. La storia di un giovane romano amante della vita e della buona cucina – nonché grande appassionato di James Taylor – e di una ragazza americana che arriva a Roma per riscoprire la gioia di vivere. La storia di un’amicizia profonda, cominciata a Santa Maria in Trastevere e vissuta per tre mesi a bordo di uno scooter per i vicoli della città eterna, le sue osterie, i caffè, le gelaterie.

Raccontata in un libro – Un romano per amico, edito da Rizzoli – con humour e ironia, con quello sguardo alla vita pieno di disincanto che è tipicamente romano. Perché sì, lui – Luca Spaghetti – è un vero romano e, leggendo i suoi racconti, viene da pensare che deve essere bello davvero averlo come amico.

Cominciamo proprio con un gioco mutuato dal film: se ogni città ha un aggettivo che la definisce, quale è il tuo aggettivo per Roma?
Seducente. Mi ha sempre dato l’idea di una Signora con qualche ruga ma sempre affascinante, che ti strizza l’occhio con un sorriso un po’ malizioso. Ma questo è solo il primo di decine di aggettivi che possono definire la più bella città del mondo.

Quale è la parte di Roma preferita, quella che ti piace di più e quella dove porteresti in giro i tuoi amici stranieri?
Quella che si distende sulle rive del Tevere all’altezza di via Giulia e via del Governo Vecchio da una parte, e di Trastevere dall’altra. Anche se la componente turistica è forte, si respira ancora un fascino antico fatto di contesti popolari, di botteghe, osterie, profumi e colori caratteristici della vecchia Roma.

Roma e la sua cucina: quali sono i tuoi piatti preferiti, quali i ristoranti e le trattorie? Oltre a quelle citate nel libro – il caffè Sant’Eustachio, la gelateria San Crispino, la cornetteria di vicolo del Cinque… – quali le pasticcerie, gelaterie...
Fortunatamente sono onnivoro, quindi cerco di non lasciarmi scappare nulla, dalla pizza alle frattaglie, il tutto possibilmente accompagnato da un buon bicchiere. Sicuramente prediligo il salato rispetto al dolce, di cui posso fare tranquillamente a meno. Stranamente non ho "fissazioni" personali sui locali. Di solito li scelgo in base a quello che voglio mangiare o allo stato d’animo del momento, dalla trattoria chiassosa al locale più intimo e riservato. In realtà ho sempre voglia di conoscerne di nuovi, per cui mi faccio trasportare spesso e volentieri dagli altri.

Ti piace la Carbonara? Qual è la più buona che hai mangiato?
Mi piace da morire, ma sto per dire un eresia: quando è possibile la mangio senza formaggio sopra. L’unica cosa che non mi fa impazzire del cibo è il "cacio sui maccheroni". Mi sembra che copra e non migliori il sapore di pasta e condimento. Devo dire per forza che la carbonara più buona che ho mangiato è quella della mia amica Claudia – che tra l’altro di cognome fa Carbone, pensate un po’! – altrimenti mi toglie il saluto. Se siete d’accordo posso convincerla ad invitarvi da lei per un test…

I tuoi giri con Liz Gilbert saranno stati certamente ricchi di aneddoti curiosi… Quale è la cosa più buffa che ti è capitata – gastronomicamente parlando – in veste di “cicerone”?
Quando l’ho portata a mangiare la pajata. Lei gastronomicamente parlando non ha paura di nulla, ma di fronte ai rigatoni ha avuto qualche perplessità. Specialmente dopo che le ho spiegato cosa stava mangiando…

Dato il nome, la domanda si impone: pasta lunga o pasta corta?
La risposta è scontata: ovviamente Spaghetti!

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